I sette peccati capitali

I sette peccati capitali sono – superbia, gola, avarizia, ira, lussuria, accidia e invidia – hanno rappresentato per secoli i modi in cui l’uomo poteva cedere alle tentazioni del Maligno, perdendo la propria anima e condannandosi alla dannazione perpetua.


I sette peccati capitali sono una serie di atti che corrompono il proprio spirito mentre prendono il sopravvento sulla propria vita svuotando completamente una delle sue virtù spirituali. Sono definiti vizi, perché la parola “vizi” deriva da vitium, che significa difetto fisico, e quindi lo stesso termine è usato per denotare un difetto spirituale, e quindi ha il significato di evitare o mancare la “fine” del parte mentale. L’elenco dei sette peccati capitali fu redatto da un asceta di nome Evagrio Pontico nella seconda metà del 300 d.C. Evagrio descrive 8 peccati capitali nel primo elenco, “aumentando” il dolore e la vanità, ma omettendo la gelosia. Per secoli il dolore è stato relegato alla pigrizia, la vanità all’orgoglio e infine si è aggiunta l’invidia.

Perché i peccati capitali sono 7?

Il numero 7 nella tradizione esoterica occidentale rappresenta l’organizzazione del fluire della vita.
sono i giorni della settimana, 7 sono i colori e le note, ecc.
Il 7 viene utilizzato come elemento organizzativo soprattutto negli schemi esoterici.
Il 7 rappresenta anche i cicli di evoluzione e involuzione che l’uomo attraversa durante la vita.
I vizi capitali sono dunque 7, perché provengono dalla tradizione esoterica antica che prese maggior importanza e visibilità dopo la rivoluzione francese, in particolar modo a Marsiglia.

SUPERBIA

Convinzione irremovibile di essere superiori, a chiunque altro.

La superbia si manifesta nella volontà degli altri di ammettere che l’orgoglio è tutta la loro superiorità: che provenga dal merito o sia in realtà impercettibile, l’orgoglio spera di essere riconosciuto e obbedito dall’altra parte. L’orgoglio si manifesta come eccessiva autostima e disprezzo per gli altri. È considerato il peccato più mortale (per lo spirito) dei 7, perché l’uomo superbo vuole sostituire Dio, che in realtà giudica gli altri, fa e impone giudizi sugli altri.

GOLA

Abbandono ed esagerazione nei piaceri della tavola, e non solo

La gola è avidità totale, non solo una gola insaziabile per il cibo, come suggerisce il termine, ma una gola insaziabile per qualsiasi cosa.
La gola esprime in qualsiasi modo avidità, pensieri, vizi, emozioni e accumulazione di denaro.
La gola è un peccato insaziabile a tutti i livelli materiale e spirituale.
Fa parte del peccato di gola una mente sempre piena di pensieri senza fine in cui le persone si rifugiano per non lavorare per se stesse.
Quando la gola e la gola sessuale vanno di pari passo, la gola e la lussuria vanno di pari passo.
La gola si manifesta anche come disprezzo per l’abbondanza.

AVARIZIA

Attaccamento eccessivo alle ricchezze, senza volersene separare per alcun motivo

L’avarizia consiste nell’identificarsi tanto nei beni materiali da non volersi separare da essi.
La vittima cade nella sua stessa prigione d’oro e non sa come scappare eliminando chiunque possa in qualche modo influenzare il suo tesoro.
L’avarizia si differenzia dall’avidità (gola) in quanto la prima si forma attraverso un attaccamento patologico ai beni materiali, ma non solo alle persone o agli animali, la seconda nasce da un accumulo di insaziabile insaziabilità verso qualsiasi cosa.L’avarizia adora le cose del mondo (materiale) piuttosto che Dio (spirito).
L’avarizia adora le cose del mondo (materiale) piuttosto che Dio (spirito).

IRA

Desiderio irrefrenabile di vendicare violentemente un torto subito

L’Ira è una rabbia animale, inarrestabile che acceca la mente, svuota il cuore e distrugge tutto ciò che si vede in nome della sofferenza.
L’Ira e la ragione e si nutre non solo degli istinti animali umani, ma anche dei pensieri e dei sentimenti.
Infatti, l’Ira umana è come essere posseduti, nutrire la mente con pensieri costanti e portare odio nel cuore.
L’Ira è senza fondo perché anche se si fa giustizia attraverso la vendetta, non si placherà.
L’unico antidoto all’Ira rimane il perdono, perdonare te stesso e gli altri per i torti che hai subito.
L’Ira e la madre dell’odio, si nutre e si protegge accecando il pèrdono che viene dal cuore.

LUSSURIA

Desiderio irrefrenabile del piacere sessuale fine a sé stesso

La lussuria è la perdita di se stessi nel piacere sessuale.
La sessualità, espressa nel piacere sessuale, è fine a se stessa e non solo svuota completamente la mente del viaggiatore, ma svuota anche completamente le loro vittime.
Il desiderio non produce amore per se stessi o per gli altri, non fornisce nemmeno la riproduzione, il desiderio si nutre solo del piacere del sesso.
Quindi la persona lasciva salterà da una persona all’altra, continuando a provare l’insaziabile piacere che viene rilasciato ad ogni orgasmo.
Il sesso immerso nell’amore è una cosa sublime e sublime, in quanto sposa gli amanti che lo praticano attraverso l’unione fisica, e ne esaltano le sensazioni.
Per un donnaiolo, il sesso avviene come una separazione tra se stesso e gli altri, ed è solo un mezzo per il suo godimento personale.

ACCIDIA

Inerzia, indifferenza e disinteresse verso ogni forma di azione e iniziativa”.

L’Accidia è rifiuto di vivere, manifestato come costante noia e inerzia nella pratica di qualsiasi tipo di lavoro o azione.
L’Accidia si manifesta anche nella natura meccanica della vita e nell’apertura all’evoluzione in tutti i campi, materiali o spirituali.
È un demone che impedisce ogni tipo di attività, odia la vitalità della vita e vuole che tutto esista impotente, senza gioia e dolore.

INVIDIA

Tristezza per il bene altrui, percepito come male proprio

L’Invidia è la tristezza che una persona prova quando scopre che altre persone hanno qualità o cose che non possiede. L’Invidia nasce dal dolore interiore di confrontarsi con gli altri, avere un’opinione negativa della loro situazione attuale o di ciò che hanno. Le persone invidiose sono felici quando le cose vanno male nella vita degli altri o perdono ciò che vedono negli occhi degli altri, e le persone invidiose le rendono speciali grazie alle qualità che hanno acquisito. La persona invidiosa non fa mai affidamento su se stessa per risolvere l’invidia interiore in modo da poter crescere, esprimersi, usare le sue capacità per ottenere ciò che vuole, rimane entro i suoi limiti e vuole vedere gli altri soffrire tanto quanto lui, in modo che altri non possono essere per lui uno specchio, in cui vedrebbe la condizione mentale e fisica della sua vita.


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